Non c’è più il fascismo, non ci sono più i partigiani, magari è vero. Eppure ancora c’è tanto bisogno di resistenza, resistere sempre è un diritto, è un dovere perché esistono gli uomini, persone che parlano, necessitano di vivere, hanno un pensiero, luce che viaggia, voglia d’incontrarsi.
Non c’è più il fascismo, non ci sono più i partigiani, magari è vero. Oggi ci sono i parolai dal pensiero piatto per l’omologazione al pensiero unico, senza azione, che invitano alla diserzione, regalano noia dagli scranni e in televisione, effetti collaterali: inedia.
Non c’è più il fascismo, non ci sono più i partigiani, magari è vero. Però ci sono le lobbies, la globalizzazione per un mercato della gente, per lo sfruttamento, per la produzione scientifica della fame, per annullare il diritto al lavoro; ci sono i mercanti nel tempio, i maneggioni (non ‘manager’) d’industria, i corrotti e i corruttori e noi spettatori, effetti collaterali: assenza di istruzioni per l’uso.
Non c’è più il fascismo, non ci sono più i partigiani, magari è vero. Però quei sogni, l’intima e profonda convinzione che tutti fossero finalmente liberi di trovarsi in piazza, di pensare, di parlare all’occorrenza, di scrivere senza censure, di lavorare senza tessere in tasca da esibire, di sentirsi persone con diritti e doveri, di scegliersi un partito, di sentirsi partecipi e insostituibili di/in una libera comunità… effetti collaterali: tutti quei sogni io li ho ancora e ho tanta voglia di resistere, perché, questo, è il mio venticinque aprile, non il gioco dell’illusionista che annulla il passato (con tanti errori e orrori, ci mancherebbe), annebbia il presente e del domani non dà certezza.